{"id":179,"date":"2022-01-15T12:07:48","date_gmt":"2022-01-15T11:07:48","guid":{"rendered":"https:\/\/lucapanchetti.it\/?page_id=179"},"modified":"2022-01-15T12:07:48","modified_gmt":"2022-01-15T11:07:48","slug":"cardioversione-della-fibrillazione-atriale","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/lucapanchetti.it\/cardioversione-della-fibrillazione-atriale\/","title":{"rendered":"Cardioversione della fibrillazione atriale"},"content":{"rendered":"\n

In presenza di un episodio di fibrillazione atriale sintomatica che non risponde ai medicinali antiaritmici, il medico potrebbe suggerire di sottoporsi a una procedura chiamata cardioversione elettrica, che ha lo scopo di riportare il cuore a un ritmo normale (ritmo sinusale). Questa procedura in genere \u00e8 programmata in anticipo e comporta l’erogazione di una scossa elettrica controllata al cuore. L’impulso elettrico \u00e8 sufficientemente intenso da arrestare brevemente i segnali elettrici generati dal cuore e permette al pacemaker naturale del cuore, \u201cil nodo seno-atriale” di riprendere la sua normale attivit\u00e0 e di ripristinare cos\u00ec il normale ritmo sinusale. La cardioversione elettrica viene eseguita in ospedale utilizzando un’apparecchiatura chiamata defibrillatore. Prima della cardioversione il paziente riceve un’iniezione (anestetico) che induce sonnolenza perch\u00e9 la procedura pu\u00f2 essere leggermente fastidiosa. In questo modo durante la procedura non si avvertir\u00e0 nulla. Occorre tenere presente che anche dopo una cardioversione riuscita (grazie alla quale il ritmo cardiaco torna al normale ritmo sinusale) \u00e8 possibile che la fibrillazione atriale ricompaia. Questo succede in circa la met\u00e0 dei pazienti durante il primo anno successivo alla procedura di cardioversione. Le probabilit\u00e0 che la fibrillazione atriale ricompaia dipendono da molti fattori, ma sono maggiori se si soffre di altri problemi cardiaci (compresa la pressione del sangue elevata) e se si soffre di fibrillazione atriale da pi\u00f9 di 1 anno.<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 possibile ottenere la cardioversione anche con determinati medicinali utilizzati per controllare il ritmo. Si parla in questo caso di cardioversione farmacologica perch\u00e9 invece di una scossa elettrica vengono utilizzati medicinali per cercare di riportare il cuore al ritmo normale. Anche questa procedura viene eseguita in ospedale. Al paziente viene somministrato endovena questo medicinale con una flebo nel braccio e la frequenza cardiaca viene monitorata continuamente durante la procedura. Prima della cardioversione, elettrica o farmacologica, \u00e8 necessario assumere un anticoagulante per almeno 1 mese prima della procedura. In alternativa, dovr\u00e0 essere eseguita un’ecocardiografia transesofagea per escludere la possibilit\u00e0 di coaguli di sangue nel cuore prima della cardioversione. Per ridurre il rischio di ictus, sar\u00e0 necessario continuare ad assumere il medicinale che fluidifica il sangue per almeno 2 mesi dopo la procedura di cardioversione. A seconda del rischio generale di ictus, il medico potrebbe chiedere al paziente di continuare ad assumere un medicinale che fluidifica il sangue per il resto della vita. <\/p>\n\n\n\n

Le complicanze, sebbene rarissime, della cardioversione elettrica esterna sono: Ictus, Emobolie, Bradicardia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

In presenza di un episodio di fibrillazione atriale sintomatica che non risponde ai medicinali antiaritmici, il medico potrebbe suggerire di sottoporsi a una procedura chiamata cardioversione elettrica, che ha lo scopo di riportare il cuore a un ritmo normale (ritmo sinusale). Questa procedura in genere \u00e8 programmata in anticipo e comporta l’erogazione di una scossa elettrica controllata al cuore. L’impulso … <\/p>\n